È poi, lunedì.
La fila dei giorni.
Attesa che torni.
L’aspetto là in fondo, perché non è qui.
E questa è misura, che poi è un lontano.
In questa distanza scrivi una parola.
Per ogni mattina ne voglio una sola.
La linea che forma, è un tratto di mano.
Una, sospesa.
Spremuta ogni notte mentre ci separa.
Che dica di te e ci interroghi avara.
Misteriosa però, che non faccia sorpresa.
Lasciala partire, via.
Come se il suono non fosse più tuo.
Il soffio di un dio tu pensalo suo.
Il ritorno sarà, assieme alla mia.
E porterà lacrima, assieme un sorriso.
Amara e di cuore.
Di gioia e splendore.
Che scende, e ti illumina il viso.
Lo so, non è facile.
Così inizio io.
Racconto di te una parola dal mio.
Imparo si sa, è meno difficile.