Esisto, li.

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Da dovunque arrivo, vengo ad occupare con lo spazio del mio corpo, un luogo. E mentre tutti lo vedono, lo toccano, lo vivono, nessuno che lo abiti. In quest’aria, tu. Lungo la spiaggia in fila: una spalla, un braccio, il blu. Ecco, questo tempo. Vorrei essere nato qui. E forse lo sono. Di certo è casa mia. Per lo spazio breve di un’esistenza. Per il tempo duro di un’assenza.

Quattro caramelle

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Come biglie di vetro a strofinare conservo schegge intere di un ricordo. In disordine ti incontro e sbando senza macchina né strada. Eppure non uno solo che riaffiora ma luce nuova ammaestra nuove cose. D’allora ho memoria ad occhi chiusi un senso basterebbe a riportarle. Di queste alcune gioie ed altre gemme accolte da un giaciglio di cartone. Che il senso si capisce non è quello e invece è quello a dare a tutto il senso. Di pelle o di giustezza il salto come si nasce è nuvola per l’uomo. Che riempie gli occhi e ti colora i giorni mistero tra i misteri del creato. È … Read More

Do you remember?

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– Cosa ricordi? – Le cose importanti. – E quali sono? – Ci devo pensare. Un po’ di sabbia nelle scarpe. Dei più un fastidio. La domanda è importante, cosa leggo no, non lo ricordo. Mi avvicino e non lo so che svolta, muove il punto di vista e il bersaglio è a un altro piano, nel campo invisibile di un occhio che non sapevo miope, l’esistenza non mette mai a fuoco da sola. Il quadro invece è fisso, non treman più le mani da troppo allora, eppure stan li a ingarbugliarsi nei fili della pancia. Nel freddo fuori su un tavolo di legno a passar … Read More

Esegesi di un Difficile

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Dormire. Non ci riesco. Allora mi alzo dal letto e giro intorno alla stanza ma non sono cosciente e percorro i chilometri di un sogno ipnotico che mi sembra reale e irreale allo stesso tempo; dove ho la testa? Non me la sento più. Non attaccata al resto del corpo. Eppure vorrei risvegliarmi, no, no, voglio aprire di nuovo gli occhi ma non sto dormendo, non è ancora abbastanza tardi e fuori è ancora buio. Cosa fare? Cosa faccio a quest’ora misteriosa, che non è più mattino e non è ancora notte? Chi ci si è mai trovato in questo tempo voltato al contrario? Non sono capace, qui niente … Read More

Difficile

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Difficile. Difficile ogni mattina il primo passo, meno lo fu quello che congedò i gattoni. Difficile la sera, scollegare il battito dal cuore inutilmente rianimato. E cercare nei posti, nei luoghi di una presenza e trovarci una caligine che appanna la mente; benedetta, voluta, cercata demenza che spegne il tarlo annidato nelle carni, per un secondo mi distraggo e dimentico, per un istante che vorrei dilatato in eterno: non so. Questo non sapere mi inebria, è euforico, anestetico del tempo che evapora in un attimo. Blu. Oltremare. L’inizio di una notte. Insonne. Una notte difficile. Eppure, con quel si ma, che è un no, sono … Read More

Il resto è Anima

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“Accà nisciuno nasce imparato” recita un detto napoletano che ri-conosco più per la sua musicalità che per averlo udito, perché della terra Campana in tanti mi hanno raccontato ma mai vi ho premuto contro il calcagno. Non credo ci si possa mai sentire all’altezza della situazione che la vita ci pone dinnanzi. Qualunque essa sia. Mi posso preparare, mi posso accostare al dolore e alla sofferenza, alla paura e di contro anche alla felicità e alla gioia in generale; ben diversa è l’anima quando queste emozioni scavano profondi solchi dentro la mia esistenza. Non c’è scuola né palestra che mi possa preparare, non esiste l’elisir … Read More

Passaggio obbligato

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C’è nell’arrampicata in montagna, in quella al limite delle tue capacità, un momento in cui arrivi ad affrontare un problema: durante l’ascesa, ti ritrovi in un punto preciso della salita particolarmente ostico, tanto da poter essere affrontato in un unico e ben definito movimento. O compi quel gesto, mutuato da anni di allenamenti, cadute, dita spellate, corde, muscoli, nodi e sudore, oppure finisci li, termini, e rimani così, macchia sulla parete. Il passaggio obbligato. Il bello è che al progredire in capacità e destrezza corrisponderà quasi sempre l’acuirsi della difficoltà del gesto perché a nuova possibilità risponderà la ricerca di imprese sempre più ardue e … Read More

“Sono triste”

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“Sono triste” Vaffanculo se sei triste. Vuol dire un milione di cose e tu lo riassumi in: “triste”? Vaffanculo. Stai sbagliando. Ne sono certo. Vuoi dargli un’altra possibilità? Allora usa tutta la tua fantasia e preparati un discorso bello lungo che contenga quella che per te è l’enciclopedia della parola “triste”. Ci devono essere un sacco di esempi, moltissime ripetizioni e delle figure; si si dei disegni, disegni di come ti immagini la scena, dovresti saper disegnare bene, no? E questo discorso glielo fai. Prenditi del tempo perché sarà bello lungo, sarà difficile soprattutto fargli capire certe attenzioni che lui ovviamente non può avere (primo perché … Read More

Adhærére

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Aderire, dal latino ad-hærére. Stare attaccato a. Stare appoggiato, stare vicino. E dal greco airèo, prendo, afferro, traggo a me. Aderire ha tanti significati: sostenere una causa, attaccarsi, incollare, condividere un’idea… Mi interessa invece un aspetto meno noto o meno immediato del significato. La simmetria e la transazionalità. Aderire ti rende simmetrico al resto, questo sempre. Esistono cioè almeno due prime file di atomi lungo l’ideale linea di giunzione, esattamente simmetriche rispetto alla linea stessa; quanto poi in realtà sia più profonda questa simmetria sta nella forza della colla, nella radicalità del verbo. La transazionalità invece non è scontata anche se in generale auspicabile. Questa … Read More