Distanza breve, un attimo
quello che impatta è mare su scoglio.
Accosto.
Ascolto il voltarsi dell’onda,
lo scroscio impetuoso è uno scoppio
riempie di suono e distrugge.
Al prossimo tuffo mi chiudo gli orecchi
e attonito osservo uno scambio di amore
è immobile il sasso, non cambia di un niente
milioni, migliaia, di anni lo aspetta
quel bacio di acqua lo scioglie perfetto.
Ripongo lo sguardo puntandolo al cielo
e subito un brivido chiama la pelle
per ogni sua goccia che il muscolo accende;
se scivola piano, una lacrima finge.
Dell’acqua sul viso, rimane il salato
in punta di labbra lo trovo baciarmi
e l’odore del sole mi ferma il respiro.
Il confine terracqua mi parla ‘sí chiaro
comunque lo legga mi dice del tutto
che ogni mio senso non può che capire;
di stessa natura, in sé tumultuosa
ti spezza le reni o ti inorgoglisce.
Su questo equilibrio è il blu che mi insegna
imparo che anch’io trasporto un confine
il dentro di me coll’altro da me.
È proprio dal bordo di questa frontiera
che transita il peso di questa fatica
iniqua dogana che toglie valore
a quello che sono, che voglio e che sento.
Di cuore di carne, di sangue riempito
ma a muover parole non sempre capace,
non c’è scorciatoia né qui contrabbando
attendilo, impegna o datti da fare:
capiscilo tu
questo frastuono di luce
quel che non so dire.
Ascoltami.
Come una musica.
Puoi nel frattempo ascoltare questo:
Sigur Ros – Agaetis Byrjun