L’orrore della guerra si ritrova nella descrizione che Kurt Vonnegut fa del bombardamento di Dresda (probabilmente il più grande massacro della storia moderna) durante la seconda guerra mondiale. La storia è autobiografica e realmente vissuta da V. stesso in prima persona.
Come per un altro genio della letteratura, Imre Kertész in Essere senza Destino, la guerra è respinta dalla mente umana e viene dissacrata, scherzata, irrisa. Si raccontano così storie di dischi volanti o di banchetti tra i campi di prigionia, in un mondo irreale che l’uomo tenta in tutti i modi di non vivere. L’opera di Vonnegut e di Kertész (o di Benigni ne La vita è bella) ci raccontano che anche l’homo homini lupus portato dentro l’orrore della guerra, la scopre totalmente altra da sé.