Chiedere

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Una delle regole principali dell’improvvisazione teatrale è quella del cercare di non porre troppe domande a chi è in scena con te. Almeno inizialmente bisogna cercare di presentarsi, di contestualizzare il personaggio: dire chi sei, cosa stai facendo, trovare un legame che ti relaziona all’altro. La domanda infatti inquadra la situazione sulla base della ignota risposta dell’altro. La risposta è cioè un’entità incognita (non conosciuta) in partenza. Questo è vero praticamente sempre. Spreco però un avverbio (praticamente) perché purtroppo non sempre l’interrogativo che andiamo a porre è limpido: dovremmo cioè valutare meglio l’aspettativa che abbiamo nei confronti della possibile risposta: che cosa attendiamo, che cosa … Read More

Movimenti immaginari

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Non ho certezza di questa cosa ma un forte dubbio che io non ti interessi per niente. Non voglio neanche evitare di prendere in considerazione l’idea che tu possa essere una persona molto timida. Tutto questo unito al fatto che potrei esserlo pure io mi porterà tra poco a fare una grandissima figura di merda. Per cui… Nel caso, intendo… Va beh, stammi bene.   Ora vorrei che per qualche secondo ci si sforzasse di rileggere consapevolmente (cioè con la consapevolezza del ruolo di se stessi nella vicenda, ruolo con cui si sono appena appunto lette queste righe), con gli occhi dell’altro protagonista. Ci si … Read More

Sono quel che sono

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Quando voglio esprimere un concetto o un’idea cerco di documentarmi, sfoglio pagine e pagine di riferimenti, cerco di capire il significato delle parole e dei testi. Se però mi trovo di fronte ad una sensazione, uno stile o un’emozione, può succedere che tanto affanno nella ricerca non solo non risulti utile alla comprensione ma porti addirittura fuori strada. Così il mio movimento è quello della separazione. Divincolarmi da ciò che sono per darmi un’occhiata dall’esterno è uno dei processi più delicati che mi sia mai trovato ad affrontare. Il rischio è quello di cedere all’interpretazione più generica che gli altri hanno di me. – Qui devo fermarmi un momento … Read More

Il popolo dei vivi

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Qual è il percorso, l’avvicinamento? Nel nostro unico riuscire, nessuno può imparare. Ma che grave e incalcolato, è il ricordo da portare. Si sublima un gesto, un suono, evapora in memoria. A muoverlo, spostano lacrime, addolcire il volto fa il cuore salato. C’è chi si stringe e chi si allarga, chi scalcia e chi s’azzoppa. Non c’è immunità di quest’assenza, condanna tutti senz’appello. Per lunghi anni o pochi giorni, a rimanere senza. Quel che resta è gli altri, siamo noi. Vivi e infranti. Ciao Nic.

Tradire

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Bisognerebbe  cominciare da qui, dall’origine del significato: del venir meno ad un impegno, alla fede, a un obbligo, un dovere, un giuramento. Non riesco invece a separarmi da una sorta di interpretazione che mi proviene dall’osservazione del fenomeno in modo distaccato, estraneo. Dal latino TRÀDERE, composto dalla particella TRANS oltre, al di là e DÈRE (DÀRE) consegnare, far passare. – Dare oltre, far passare al di là. Spiego. Il tradimento è sempre e solo conseguenza. Mi rendo conto di non aver spiegato proprio nulla e anzi di aver suscitato invece un moto interno di disapprovazione, soprattutto da parte dei “traditi”, di coloro che si sentono in credito con … Read More

Nudi

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Se ti dico “non ho capito” o “non ho colto” non significa che ciò che mi hai detto mi è semplicemente scivolato addosso senza lasciare tracce; significa esattamente “non ho capito”: non arrivo a cogliere cioè il significato intero di quello che mi hai detto. Non voglio (soprattutto con te) dover interpretare o collegare nulla, specie se mi mancano dei pezzi. È il mio solito discorso sulla comunicazione, se ti dico che non ho capito (e attenzione questo non esprime la responsabilità esplicita di nessuno dei due, puoi essere tu che salti un passaggio fondamentale per me o io che non faccio un due più … Read More

Silenzio

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In questo lago d’autunno, confondo passi leggeri. A sfiorare petali gli uni ad affondare a spanne negli altri. Giungo dall’alto e nel paesaggio incantato mi sfuòco: non gli appartengo e mi rigetto a nascondermi. Laggiù lo specchio mi chiama mi muovo attratto dall’acqua. Il riflesso inganna, è solo cielo. Il resto dei colori, sospeso, deviato da traiettorie di luce rettilinea. Dovrò aspettare l’inverno e il suo ghiaccio che con lame e cristalli ricopre un’inutile assenza. E inaspettato il primo raggio di sole a primavera a colpire la tua debolezza. Farla vibrare oscillarla. E prima che a scioglierla il peso della stagione ti fletta. Per cedere … Read More

La persona giusta

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C’è un certo grado di difficoltà nello stabilire quale sia la persona giusta. Per cosa, poi? La maggior parte delle volte (e qui mi sto prendendo una grande libertà nell’affermare questo; ne sono cosciente e me ne assumo tutte le responsabilità comprese quelle che mi potrebbero far definire una persona che giudica) la persona che abbiamo accanto non è quella giusta. Qualcuno parla di caso o di fortuna nell’incontro con l’altro, l’altro come uomo, l’altro come animale con quell’istinto riproduttivo che va alla caccia dei migliori geni per la propria discendenza. In modo semplicistico lasciamo che in questo sia il senso della vista spesso a … Read More

Regole

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Non ci credo. Non che non creda nella società, ma non credo che esistano delle regole fisse, definite, scritte. Possono esistere le regole giurisprudenziali, formali, quelle che mi permettono di “legalizzare” (che brutto concetto e che brutta parola) la nascita di un figlio. Perché ogni singola regola è controvertibile, fragile, reversibile. La regola vera sta scritta dentro al mio cuore. Ufficializzare (nuovamente una pessima parola) la presenza di un figlio con un atto, con un editto, mi sembra qualcosa di cinico, di strumentale. Vorrei come prima cosa il SUO di bene. Allora farei tutto e solo quello di cui LEI ha veramente bisogno, il resto, … Read More